Aug
04
2011
Solo noi proponiamo
Il mio articolo pubblicato su "Europa"


Meno male che ha parlato a Borse chiuse. Perché un brivido ha percorso la schiena del paese e forse anche dei mercati, alle parole del Presidente del Consiglio in Parlamento. "Avanti così fino al 2013" ha detto in sostanza Berlusconi. Il problema, per gli italiani, è arrivarci vivi, come paese, a quel traguardo. E il governo, questa è la notizia che ci ha dato il Cavaliere, non ha la più pallida idea di come fare. Quel che si poteva fare è stato fatto, ha detto in sostanza: decreto sviluppo, manovra 2012-2014, "27 misure concrete", l'ennesimo rilancio del Piano Sud, un nuovo giro di tavolo con le parti sociali, per ragionare di fisco, infrastrutture, banche e nuove relazioni industriali. "Che altro volete da me? Che altro posso fare?" Niente, è la risposta sottintesa. Aspettiamo e vediamo, in fondo "la crisi è planetaria, non è italiana". Anzi, l'Italia è forte e sana, perché tali sono le sue imprese e le sue banche. E lo è anche la politica, la maggioranza, il governo, il premier: quella che vedete è l'unica stabilità possibile, altri scenari sono avventure irresponsabili. L'opposizione, se vuole dare una mano, se vuole essere responsabile, si metta al servizio di questa stabilità, invece di sognarne altre, impossibili e immaginarie.

Non poteva esserci discorso più chiaro. O le cose fatte fin qui bastano a tirarci fuori dai guai, o il paese dovrà passare per la strettoia di una crisi politica drammatica. Dovrà rischiare il punto di non ritorno, nella crisi finanziaria ed economica, per liberarsi di un governo che della crisi, che è e resta anche crisi di fiducia, è una delle ragioni fondamentali. Non è più, a questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti, un pregiudizio dell'opposizione. È un giudizio dello stesso presidente del Consiglio: a questo governo, a questo premier non si può chiedere di aprire una fase nuova.

Ma di una fase nuova l'Italia ha bisogno come dell'aria. Proprio per la parte di verità che pure c'era nel discorso di Berlusconi: l'Italia ha tutte le risorse, imprenditoriali e finanziarie, per venire fuori dalla crisi. Ma allora perché quello spread minaccioso e umiliante? Se la crescita troppo bassa non è colpa delle imprese e delle banche, se il debito troppo alto non è colpa di conti pubblici in definitiva in ordine, non sarà che è proprio la politica giusta quella che ci manca? e che fa la differenza con gli altri, che pure loro ballano tra le onde, ma non imbarcano acqua, a rischio di affondare, come noi?

Non è facile neppure fare l'opposizione, in un momento come questo, ad un governo che si presenta in questo modo in Parlamento. Ma certo l'unica opposizione giusta è quella che tiene lo sguardo fisso sul paese, come hanno fatto Bersani e Casini ieri a Montecitorio. E non si stanca di riproporre agli italiani, non a Berlusconi, le sue proposte, sia programmatiche che politiche. Correggiamo la manovra, rendendola ancor più forte e severa sulla spesa, come scriveva Lucrezia Reichlin sul Corriere di ieri, per poterla rendere più leggera sul versante fiscale, in particolare verso le famiglie, il lavoro e l'impresa. Aggrediamo il debito, per accelerarne la riduzione, per portarlo in fretta sotto la soglia del 100 per cento del pil, non solo dal lato, imprescindibile, del pareggio strutturale di bilancio, ma anche da quello della valorizzazione del patrimonio pubblico e di un contributo straordinario da parte della fascia più alta del patrimonio privato. Apriamo una nuova, bella "lenzuolata" di liberalizzazioni, dei mercati, delle professioni, del lavoro, per fare crescita col mercato, come raccomanda Mario Monti, dato che la leva della spesa pubblica oggi si può usare meno che mai. Approviamo rapidamente un pacchetto di riforme della politica, istituzionali, elettorali, dei partiti, per dare anche ai mercati, oltre che ai cittadini, la buona notizia che anche l'Italia si è data, finalmente, una compiuta democrazia decidente.

Mettiamo in campo, insomma, una proposta ambiziosa e coraggiosa. Perché lo schianto di un quadro politico ormai finito potrebbe essere molto vicino. E non deve trovarci impreparati.

0 commenti all'articolo - torna indietro

(verrà moderato):

:

:

inizio pagina