A chi viene da fuori, il Trentino appare come un giardino. Un paesaggio naturale di rara bellezza, sul quale la mano dell’uomo ha agito per impreziosire e ingentilire, disponendo in modo ordinato e armonico coltivazioni e costruzioni. Alla bellezza si accompagna una sensazione di benessere solido e diffuso, che lascia intravedere una elevata qualità della vita. Se poi ci si trasferisce nel mondo degli indicatori statistici, le impressioni immediate ricevono piena conferma: i numeri collocano il Trentino in cima a tutte le classifiche italiane e in fascia alta in quelle europee.
E tuttavia, perfino in Trentino, ci sono problemi e criticità. Ce lo dicono due spie che lampeggiano sul monitor che tiene sotto controllo lo stato di salute della nostra comunque invidiabile Heimat: il confronto con l’Alto Adige/Südtirol, che ha visto negli anni della grande crisi economica accentuarsi un divario negativo per il Trentino; e il voto del 4 marzo scorso, che ha visto prevalere, sia pure nel contesto di elezioni politiche nazionali, un orientamento negativo nei confronti delle forze che hanno governato la Provincia autonoma negli ultimi vent’anni.
Siamo consapevoli come Alleanza democratica, popolare e civica per l’Autonomia, sono consapevole come candidato presidente, che queste criticità vanno affrontate e non ignorate, se si vuole riconquistare la fiducia dei cittadini trentini e il loro mandato a governare. I numerosi e importanti risultati,
ottenuti negli anni che abbiamo alle spalle, ci consegnano un patrimonio di credibilità e di autorevolezza, ma non sono di per sé sufficienti per ottenere un rinnovato consenso maggioritario. Le elezioni si vincono o si perdono, non tanto per quel che si è fatto nel passato, quanto soprattutto per il futuro che si è capaci di far intravedere.
È per questo che, insieme all’Alleanza, propongo al confronto elettorale un’Agenda per il Trentino che vogliamo. Un programma essenziale, che si avvale delle vaste elaborazioni delle forze politiche dell’Alleanza, alle quali questo testo rinvia per le tante questioni puntuali, e che si propone di fare sintesi, in modo credibile e apprezzabile da parte degli elettori, tra il desiderio di cambiamento, di discontinuità, di rinnovamento profondo, emerso dal voto del 4 marzo, e l’esigenza di non disperdere il pur sempre cospicuo patrimonio di risultati ottenuti negli scorsi anni. Un’Agenda dal punto di vista del cittadino comune, che si propone di offrire, con sincerità e umiltà, a quello stesso punto di vista, una prospettiva nella quale collocarsi, non appiattita sul presente, ma capace di guardare lontano, di pensare e preparare il futuro.