Oct
20
2015
Angelino sbaglia, pure la Chiesa si interroga
Intervista pubblicata su "La Stampa"

"Noi dobbiamo rispondere a un bisogno sociale, nel rispetto della Costituzione e qui non ci sono credenti o non credenti. Anche la Chiesa su questi temi si sta interrogando su cosa sia più giusto fare non solo sul terreno legislativo, ma perfino su quello pastorale e dottrinale".

Giorgio Tonini il vicecapogruppo Pd che da mesi segue da vicino il nodo delle unioni civili e da cattolico praticante si sente di dire ad Alfano e ai suoi che "stavolta sbagliano".

 

Gli vuole rivolgere un ultimo appello?

"Dico solo che innanzitutto dobbiamo dare una risposta a un problema reale, che riguarda le convivenze omosessuali, sulla base della Costituzione, come l'ha interpretata la Consulta con la sentenza del 201: non si può estendere il matrimonio alle coppie omosessuali, che hanno però diritto al riconoscimento giuridico della loro vita di coppia, basato sul principio della libertà degli individui. E a questo punto loro devono dire una parola chiara».

 

È un ultimatum?

«No, ma abbiamo davanti due strade: cercare insieme una mediazione alta a partire dal­la maggioranza, che si esten­da ad altre forze politiche. Noi l'abbiamo cercata in que­sti mesi ma in commissione non ci siamo riusciti, perché Ned si è fatto rappresentare dagli oltranzisti, che hanno detto no su tutta la linea ed hanno usato l'ostruzionismo, per impedire di fare una leg­ge, non per correggerla. Ora vogliamo sapere se è possibi­le questa mediazione o se dobbiamo prendere un'altra strada, usata tante volte nella storia: tenere tale questione fuori dall'agenda di governo, mettendolo al riparo dalle tensioni e andare in aula cia­scuno con la sua posizione». Ma in realtà non state accele­rando, la legge non sarà votata prima del 2016, giusto? «Infatti non abbiamo im­presso nessuna particolare accelerazione, abbiamo solo detto basta all'ostruzioni­smo e portato il testo in aula.

 

E ora abbiamo tutto il tempo per chiarirci. Per noi ci sono dei punti fermi però».

Quali? «Che la coppia omosessuale ha diritto a vedere riconosciu­to dalla legge la sua istituzione di coppia, analogamente al matrimonio, anche se in modo distinto: con la piena ugua­glianza rispetto agli sposati su tutte le questioni sociali, dalle detrazioni fiscali alla reversi­bilità della pensione. Su questi punti non c'è discussione per­ché hanno a che fare con l'uguaglianza e non sarebbe ragionevole la discriminazio­ne. C'è poi un punto controver­so, che riguarda l'adozione del figlio naturale del partner».

 

E' un ultimatum?

«No, ma abbiamo davanti due strade: cercare insieme una mediazione alta a partire dal­la maggioranza, che si esten­da ad altre forze politiche. Noi l'abbiamo cercata in que­sti mesi ma in commissione non ci siamo riusciti, perché Ned si è fatto rappresentare dagli oltranzisti, che hanno detto no su tutta la linea ed hanno usato l'ostruzionismo, per impedire di fare una leg­ge, non per correggerla. Ora vogliamo sapere se è possibi­le questa mediazione o se dobbiamo prendere un'altra strada, usata tante volte nella storia: tenere tale questione fuori dall'agenda di governo, mettendolo al riparo dalle tensioni e andare in aula cia­scuno con la sua posizione».

 

Ma in realtà non state accele­rando, la legge non sarà votata prima del 2016, giusto?

«Infatti non abbiamo im­presso nessuna particolare accelerazione, abbiamo solo detto basta all'ostruzioni­smo e portato il testo in aula. E ora abbiamo tutto il tempo per chiarirci. Per noi ci sono dei punti fermi però».

 

Quali?

«Che la coppia omosessuale ha diritto a vedere riconosciu­to dalla legge la sua istituzione di coppia, analogamente al matrimonio, anche se in modo distinto: con la piena ugua­glianza rispetto agli sposati su tutte le questioni sociali, dalle detrazioni fiscali alla reversi­bilità della pensione. Su questi punti non c'è discussione per­ché hanno a che fare con l'uguaglianza e non sarebbe ragionevole la discriminazio­ne. C'è poi un punto controver­so, che riguarda l'adozione del figlio naturale del partner».

 

 

Ed è possibile una mediazione al ribasso?

«Ora il testo estende la possi­bilità di adottare il figlio natu­rale del partner anche alle coppie omosessuali e i centri­sti dicono che incentiva l'ute­ro in affitto, una cosa che non esiste. In Italia la maternità surrogata è punita dalla legge. C'è chi ricorre a questa prati­ca all'estero, ma per il 90% si tratta di coppie eterosessuali sterili. Invece il tema vero è se sia giusto che due donne o uo­mini possano essere genitori a pieno titolo: anche nel Pd c'è chi vorrebbe concedere solo l'affido e non l'adozione. Ma il punto di mediazione va trova­to interrogandosi su quale sia l'interesse del bambino. Se troviamo una sintesi, può es­sere una strada da seguire, ma al momento hanno rifiuta­to anche questa».

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