"Noi dobbiamo rispondere a un bisogno sociale, nel rispetto della Costituzione e qui non ci sono credenti o non credenti. Anche la Chiesa su questi temi si sta interrogando su cosa sia più giusto fare non solo sul terreno legislativo, ma perfino su quello pastorale e dottrinale".
Giorgio Tonini il vicecapogruppo Pd che da mesi segue da vicino il nodo delle unioni civili e da cattolico praticante si sente di dire ad Alfano e ai suoi che "stavolta sbagliano".
Gli vuole rivolgere un ultimo appello?
"Dico solo che innanzitutto dobbiamo dare una risposta a un problema reale, che riguarda le convivenze omosessuali, sulla base della Costituzione, come l'ha interpretata la Consulta con la sentenza del 201: non si può estendere il matrimonio alle coppie omosessuali, che hanno però diritto al riconoscimento giuridico della loro vita di coppia, basato sul principio della libertà degli individui. E a questo punto loro devono dire una parola chiara».
È un ultimatum?
«No, ma abbiamo davanti due strade: cercare insieme una mediazione alta a partire dalla maggioranza, che si estenda ad altre forze politiche. Noi l'abbiamo cercata in questi mesi ma in commissione non ci siamo riusciti, perché Ned si è fatto rappresentare dagli oltranzisti, che hanno detto no su tutta la linea ed hanno usato l'ostruzionismo, per impedire di fare una legge, non per correggerla. Ora vogliamo sapere se è possibile questa mediazione o se dobbiamo prendere un'altra strada, usata tante volte nella storia: tenere tale questione fuori dall'agenda di governo, mettendolo al riparo dalle tensioni e andare in aula ciascuno con la sua posizione». Ma in realtà non state accelerando, la legge non sarà votata prima del 2016, giusto? «Infatti non abbiamo impresso nessuna particolare accelerazione, abbiamo solo detto basta all'ostruzionismo e portato il testo in aula.
E ora abbiamo tutto il tempo per chiarirci. Per noi ci sono dei punti fermi però».
Quali? «Che la coppia omosessuale ha diritto a vedere riconosciuto dalla legge la sua istituzione di coppia, analogamente al matrimonio, anche se in modo distinto: con la piena uguaglianza rispetto agli sposati su tutte le questioni sociali, dalle detrazioni fiscali alla reversibilità della pensione. Su questi punti non c'è discussione perché hanno a che fare con l'uguaglianza e non sarebbe ragionevole la discriminazione. C'è poi un punto controverso, che riguarda l'adozione del figlio naturale del partner».
E' un ultimatum?
«No, ma abbiamo davanti due strade: cercare insieme una mediazione alta a partire dalla maggioranza, che si estenda ad altre forze politiche. Noi l'abbiamo cercata in questi mesi ma in commissione non ci siamo riusciti, perché Ned si è fatto rappresentare dagli oltranzisti, che hanno detto no su tutta la linea ed hanno usato l'ostruzionismo, per impedire di fare una legge, non per correggerla. Ora vogliamo sapere se è possibile questa mediazione o se dobbiamo prendere un'altra strada, usata tante volte nella storia: tenere tale questione fuori dall'agenda di governo, mettendolo al riparo dalle tensioni e andare in aula ciascuno con la sua posizione».
Ma in realtà non state accelerando, la legge non sarà votata prima del 2016, giusto?
«Infatti non abbiamo impresso nessuna particolare accelerazione, abbiamo solo detto basta all'ostruzionismo e portato il testo in aula. E ora abbiamo tutto il tempo per chiarirci. Per noi ci sono dei punti fermi però».
Quali?
«Che la coppia omosessuale ha diritto a vedere riconosciuto dalla legge la sua istituzione di coppia, analogamente al matrimonio, anche se in modo distinto: con la piena uguaglianza rispetto agli sposati su tutte le questioni sociali, dalle detrazioni fiscali alla reversibilità della pensione. Su questi punti non c'è discussione perché hanno a che fare con l'uguaglianza e non sarebbe ragionevole la discriminazione. C'è poi un punto controverso, che riguarda l'adozione del figlio naturale del partner».
Ed è possibile una mediazione al ribasso?
«Ora il testo estende la possibilità di adottare il figlio naturale del partner anche alle coppie omosessuali e i centristi dicono che incentiva l'utero in affitto, una cosa che non esiste. In Italia la maternità surrogata è punita dalla legge. C'è chi ricorre a questa pratica all'estero, ma per il 90% si tratta di coppie eterosessuali sterili. Invece il tema vero è se sia giusto che due donne o uomini possano essere genitori a pieno titolo: anche nel Pd c'è chi vorrebbe concedere solo l'affido e non l'adozione. Ma il punto di mediazione va trovato interrogandosi su quale sia l'interesse del bambino. Se troviamo una sintesi, può essere una strada da seguire, ma al momento hanno rifiutato anche questa».