«La decisione della Corte dei diritti umani non mi ha sorpreso: da cinque anni una sentenza della Corte Costituzionale chiede al Parlamento di procedere con una legge. Ma ora c'è un fatto nuovo». Quale, senatore Pd Giorgio Tonini? «Per la prima volta c'è un'iniziativa parlamentare forte, anche contrastata ma indubbiamente forte, e potenzialmente maggioritaria». La credibilità dell'Italia in Europa non passa anche dallo stato dei diritti civili? «Non c'è dubbio. L'Europa non è solo parametri di Maastricht ma anche condivisione di valori. Che ogni Paese traduce in linea con la sua storia e le sue tradizioni». Come li volete tradurre voi convince i cattolici del Pd? «Su questi temi c'è libertà di coscienza e nessuno ha una pistola puntata alla tempia. Ma abbiamo trova-to un punto di incontro con l'anima cattolica del Pd: accentuare, rispetto al testo base gli elementi di distinzione giuridica tra l'unione civile e il matrimonio». Spieghi cosa sarà l'unione civile. «Abbiamo scelto l'unione civile come istituto giuridico originario, che trae fondamento non dall'articolo 29 della Costituzione (quello che parla di matrimonio, ndr) ma dall'articolo 2 (quello che garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, ndr). Questo, fermo restando il pieno riconoscimento di tutti i diritti sociali della coppia omosessuale, come la reversibilità e la possibilità di rico-
noscere il figlio biologico del partner, la cosiddetta stepchild adoption». Un aspetto che ha bloccato la legge è il calcolo di quanto costeranno reversibilità delle pensioni e sgravi fiscali. «Uh passaggio decisivo sarà la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato che deve stimare questi costi, in base alla quale la Commissione Bilancio formulerà il suo parere, spero in settimana». Scusi ma se i costi dovessero essere alti, certi diritti patrimoniali rischiano di saltare? «Intanto non credo che saranno costi molto alti, per via dell'incidenza numerica delle coppie omosessuali. Dalle stime fatte in passato dal-l'Inps si parlava di cifre dell'ordine di milioni, non di miliardi. E comunque il problema non è il se, ma il come: non si può non riconoscere un diritto come la reversibilità della pensione».