"La nostra proposta di mediazione sul testo Cirinnà potrà arrivare fino in fondo», si dice certo Giorgio Tonini. Il vice-capogruppo al Senato del Pd lavora attivamente, insieme al ministro Boschi, a una larga intesa sulle unioni civili. «Evitando equivoci sull'identificazione con il matrimonio si può arrivare all'unità nel partito, nella maggioranza, e anche oltre».
Ma il vostro emendamento, avanzato dalla relatrice Cirinnà, è stato bocciato dal presidente della commissione Palma.
Non ho condiviso la scelta, l'ho detto nel mio intervento. Anche perché la proposta che avevamo inserito nell'emendamento faceva sintesi di altre accettate dal presidente che analogamente chiedono un esplicito riferimento all'articolo 2 (sulle formazioni sociali) o un'esplicita e-sclusione del richiamo all'articolo 29 (sulla famiglia fondata sul matrimonio).
Giovanardi la giudica una pantomima.
Se permette la cosa rilevante è un'altra. E cioè che anche Giovanardi, per Ncd, abbia giudicato un'importante novità la nostra proposta, dopo la disponibilità già offerta da Quagliariello, tramite il vostro giornale, a un compromesso alto.
Quindi?
Quindi questo "scetticismo sarà smentito dai fatti. Troveremo un nuovo testo su cui consolidare una convergenza politica sui contenuti, aggirando la pregiudiziale di ordine tecnico opposta da Palma che rispetto ma, ripeto, non condivido.
Quale potrebbe essere la strada?
Verificheremo qual è il testo che meglio sintetizza quest'impostazione. L'emendamento Fattorini-Lepri, ad esempio, può essere preso in considerazione. Ma se non dovesse consolidarsi in Commissione, tale convergenza, si potrà sempre cercarla in aula.
E la posizione espressa del governo come la giudica?
La scelta di non esprimere parere sugli emendamenti rimettendosi al dibattito della commissione è un altro elemento che può favorire un accordo.
Il Pd sceglie la libertà di coscienza...
Ma quella è nelle cose, su temi del genere. Non è una novità, ma per noi è solo uri'extrema ratio: al momento ci sono tutte le basi per un accordo ampio sianel Pd che nella maggioranza, restando aperti a convergenze anche dal di fuori.
Quali dovranno essere i paletti di questo possibile accordo?
La comune consapevolezza che vadano riconosciuti diritti sociali a cittadini che ne sono privi, come sollecita la giursprudenza italiana ed europea da tempo. Possono essere anche diritti in alcuni aspetti parificati a quelli dei coniugi, ma queste unioni vanno tenute distinte dalla fattispecie familiare, a partire dall'addentellato costituzionale. Ed è questo il secondo paletto. Su queste basi l'accordo ampio si troverà, sono fiducioso.