Apr
06
2010
Il Pd non scelga l'Aventino
L'intervista di Lina Palmierini pubblicata sul "Sole 24ore"
 

«Accettiamo il confronto, anche sul semipresidenzialismo. Non andiamo sull'Aventino cadendo nella trappola di Berlusconi». Il senatore del Pd Giorgio Tonini, veltroniano, avverte dai rischi di tirarsi indietro e - per ricomporre le divisioni interne nel partito - chiede che siano Direzione e assemblea nazionale a votare una proposta.

 

La bozza Violante è ancora sufficiente?

  Nel partito c'è ormai una posizione condivisa che è quella di rafforzare il ruolo del primo ministro nell'ambito di un sistema neo-parlamentare. E' il premierato forte che si ispira al modello inglese, spagnolo e al cancellierato tedesco. Sono tre varianti che hanno in comune la centralità della figura del primo ministro che è anche - e lo sottolineo - il leader del partito di maggioranza.

 

Sottolinea che candidato premier e leader del partito devono coincidere perché questo è un punto di divisione nel Pd: ci saranno strappi o addirittura scissioni?

   E' una prova determinante per il Pd. Sono fiducioso che ne sapremo uscire bene - senza lacerazioni- se si aprirà nel partito un vero confronto, ampio, che escluda trattative segrete. Poi, come in ogni procedura democratica, per decidere si voterà in Direzione e in Assemblea nazionale.

 

Voi veltroniani puntate su una legge a doppio turno o sul Mattarellum mentre una parte del Pd preme - come i dalemiani - per il tedesco: c'è un compromesso?

   Il punto fondamentale - che è poi la ragione costitutiva del Pd -è che bisogna mettere nelle mani  dei cittadini non solo la scelta di un partito ma di chi li governa. Attraverso quali regole arrivarci è secondario, si può essere laici: c'è il sistema inglese, quello francese e anche quello tedesco - proporzionale, con sbarramento - ma corretto a un principio che non è mai stato messo in discussione e cioè che il cancelliere è il leader del partito di maggioranza relativa. Tutti i modelli vanno bene se il compito di scegliere i governi e affidato ai cittadini e non ai capi di partito che si accordano dopo il voto.

 

Enrico Letta dice che il Pd deve respingere sia l'ipotesi presidenziale che semipresidenziale: lei che ne pensa?

   Penso che non bisogna cadere nella trappola di Silvio Berlusconi - cioè chiuderci al confronto e farci spingere sull'Aventino da Berlusconi. Il risultato sarà quello di compattare il centrodestra e percorrere la strada rischiosa del referendum. Berlusconi chiederà la legittimazione su due temi popolari: elezione diretta e taglio dei parlamentari. Se invece accetteremo il confronto - anche se sul tavolo c'è il semipresidenzialismo - potremmo offrire una sponda di dialogo alla Lega e a Fini.

 

Dunque sedersi al tavolo e tratare con Bossi e Fini?

   Mi auguro che la Lega mantenga il metodo scelto sul federaliismo fiscale. Allora, il govero ombra del Pd veltroniano presentò una sua proposta - mentre Bersani ed altri volevano intervenire solo con emendamenti - e su quella facemmo la nostra battaglia parlamentare. Ecco, immagino uno schema simile. Non un Aventino.


 

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