Mar
31
2010
Ora, niente processi al segretario, ma dobbiamo tornare al Lingotto
L'intervista di Tommaso Labate pubblicata sul "Il Riformista"
  "Bersani dice che il Pd non è andato male? Mi dispiace ma non è così. Certo, non si può dire che sia colpa solo del segretario. Ma purtroppo ha ragione Tremonti: i ceti produttivi del paese ci ignorano. Siamo diventati il partito che va forte solo nei settori che si nutrono del spesa pubblica. Il resto del Paese praticamente ci ignora».

Se non proprio un fallimento, è qualcosa che ci va molto vicino. Il Pd che il senatore veltroniano Giorgio Tonini racconta in quest'intervista al Riformista non ha nulla a che vedere col partito in crescita di cui ha parlato il segretario ieri pomeriggio nella sua prima conferenza stampa post-elettorale.

 

Tonini, Bersani dice che il Pd è cresciuto del o 0,8% in un anno e che il centrosinistra s'è avvicinato al centrodestra.

Vede, il tema di queste elezioni non è lo "zerovirgola" in più del Pd. Attenzione: in questo momento dobbiamo stare alla larga da letture minimizzatrici o consolatorie. Bersani dice che abbiamo perso il Piemonte per novemila voti. Però novemila voti di qua, cinquanamila di là, è finita col centrosinistra confinato nelle sue solite roccaforti appenniniche più l'oasi pugliese di Nichi Vendola. Il resto l'abbiamo perso tutto. E non possiamo fare finta di niente.

 

Dica la verità, sta per partire il prossimo «assalto al se­gretario» della storia del Pd?

Io ho visto da vicino quello che fecero a Veltroni per cui rimango dell'avviso che non bisogna fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso. Detto questo rimango dell'idea che adesso non possiamo istruire un processo sommario al leader e alla classe dirigente né aprire la ressa sugli assetti interni.

 

Non parte la ricerca del nuovo leader, insomma.

Un nuovo segretario, oggi come oggi, non lo troviamo neanche se mettiamo un annuncio sui giornali.

 

Né si cerca l'uomo per la premiership del 2013.

Appunto, 2013. Si vota tra tre anni, mica domani mattina. Il partito ha problemi più urgenti da risolvere, mi creda.

 

Tipo?

Questa elezioni regionali, che come dice Bersani avranno pure regalato un punto percentuale al Pd, sono state un disastro. E la prova che il centrosinistra non c'è, che manca proprio l'alternativa. A questo punto va fatta una sola cosa.


Quale?

È arrivato il momento di far camminare il Pd «sui piedi» invece che «sulla testa», come stiamo facendo adesso. In un partito pieno di ex comunisti (ride, ndr) non sarà poi così difficile comprendere la lezione di Marx.

È un modo per dire che la strategia bersaniana di cominciare dalla alleanze si è rivelata un fallimento?

Udc, Di Pietro, Radicali... Il dibattito sulle alleanze è sovrastruttura, va affrontato in un secondo momento. Oggi è il momento di metterci attorno a un tavolo e chiedere a noi stessi: chi rappresenta il Pd? La mia risposta è che questo partito ha successo tra tutti coloro che si nutrono di spesa pubblica, dai pensionati agli studenti, passando per gli insegnanti e i magistrati. Gli altri settori della società, dagli operai agli imprenditori, passando per il precario del cal center, ci disprezza o, peggio, ci ignora. Su questo, mi dispiace dirlo, ha ragione Tremonti quando rivendica che nei ceti produttivi il centrodestra ha una maggioranza bulgara.

 

Sembra la certificazione del fallimento del Pd.

Non mi piacciono formule tipo «il Pd è fallito» ma la sostanza resta. E adesso non ci resta che aprire un confronto serio per evitare di buttare anche i tre anni che mancano alla fine della legislatura. Spero che Bersani capisca tutto questo. Ripeto: non ci serve in bis di un congresso, semmai dibattito su come allargare la consituency del centrosinistra, su come recuperare quella vocazione maggioritaria che c'era nel discorso del Lingotto. Il luogo? Lo statuto parla d i conferenza programmatica, ad esempio. L'importante è che il tutto non si riduca né in una «conta» né in un appuntamennto burocratico.

 

Altrimenti?

Altrimenti toccherà alla minoranza interna fare questa parte.

 

Anche nell'ambito della Fondazione «Democratica» di area veltroniana?

Questi strumenti servono anche a questo, no?

2 commenti all'articolo - torna indietro
inviato da Ipazia il 01 April 2010 12:11
Corretto. Ma aggiungerei:
- le alleanze calate dall'alto non soltanto sono sovrastruttura, ma confermano il sentimento di "è tutto uguale" che è estremamente diffuso fuori dal partito. Il marketing si fa dando una faccia precisa e identificabile al prodotto, non illudendosi che
- la struttura: vero e sacrosanto. Ma queste fasce di popolazione non hanno in comune solo di vivere di spesa pubblica, ma anche almeno due cose: 1. maggiori garanzie, diritti più esigibili, tempo - che se ne fanno le donne che lavorano nel privato del diritto all'aspettativa per maternità? perché i lavoratori precari dovrebbero difendere l'articolo 18? 2. sono visibili, et perché partecipano, et perché siamo capaci di vederle: in tema di assistenza sanitaria e sociosanitaria, per esempio, vediamo benissimo i bisogni dei pensionati, e ci diamo un gran da fare per rispondervi, ma la domanda inespressa del piccolo imprenditore, o del precario con partita iva che non hanno neanche il tempo di curarsi, e se lo fanno lo fanno privatamente, non riusciamo neanche a vederla - e però questo delegittima tutto il sistema sanitario
inviato da Marcello Liboni il 31 March 2010 17:34
Anche se sembra brutale, la tua critica è più che condivisibile. Persino nel passaggio "dalla testa ai piedi".
Condivido l'opinione sul risultato: è stato un disastro e la china è quella che porta al partito "inutile".

(verrà moderato):

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