II senatore veltroniano Giorgio Tonini sta per prendere l'aereo e per lasciare Roma quando lo raggiungiamo al telefono. «Come, se ne va?» gli chiediamo, «e la manifestazione di sabato?». «Non voglio nascondermi dietro a un dito - risponde subito dopo aver effettuato il chek-in - ci sono due buone ragioni per cui non andrò alla manifestazione».
Cominciamo dalla prima... Nei giorni scorsi avevo detto: andrò in piazza se la piattaforma sarà chiara. Chiara non è: abbiamo scritto tutto quello che andrà detto contro Berlusconi, ma non c'è scritto nulla sul Capo dello Stato.
Cosa vorrebbe che dicesse il Pd a Giorgio Napolitano? Non possiamo non esprimere la nostra solidarietà al presidente della Repubblica e il nostro apprezzamento per il modo m cui ricopre il suo ruolo. Anche nell'ultimo delicato frangente, quello delle liste, si è cancato sulle spalle, in solitudine, la responsabilità di tenere insieme due valori cruciali: il rispetto formale e sostanziale della Costituzione e l'unità del Paese.
Tutto questo non lo dirà nessuno sabato? No, perché la piattaforma che abbiamo sottoscritto sul Capo dello Stato tace. Non ci sarà nulla contro, spero, ma non ci sarà nulla a favore. Di Pietro voleva esprimere una critica, e questo lo sappiamo. Noi avremmo voluto esprimere un apprezzamento. Alla fine si tace.
Qual è la seconda ragione che la spinge lontano dalla piazza? Su quel palco ci sarà di nuovo Io spettacolo degli 8 o 9 segretari di quella che è, sostanzialmente, la vecchia Unione del centrosinistra. Questa visione, unitamente alla piattaforma ciré abbiamo sottoscritto, ci dice che stiamo ricostruendo una coalizione unita da una sola cosa: tutti contro Berlusconi.
Il solito collante... Se il Pd vuole tornare a farsi regista di una coalizione senza confini a sinistra, che mette insieme tutto e il contrario di tutto, sulla base unica dell'antiber-lusconismo, registriamo che la proposta di alternativa al governo non è credibile.
A Roma non ci sarà l'Udc, che ha deciso di non aderire all'iniziativa. La preoccupa questa assenza? Si evidenzia una sorta di eterogenesi dei fini: eravamo partiti qualche mese fa per allearci con i centristi, ci ritroviamo in piazza con tutte le formazioni di estrema sinistra presenti in Italia.
Sono questi gli orizzonti del Pd? Se la manifestazione di sabato "allude" alle alleanze con cui andremo alle prossime elezioni politiche, penso che la strategia scelta non potrà che portarci alla sconfitta