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Prodi, dimissioni giuste
Corriere del Trentino, 2 febbraio 2007
I primi commenti alle dimissione consegnate da Prodi a seguito della mancata maggioranza sul voto sulla politica estara al Senato
E' una crisi abbastanza grave, non è certo se riusciremo ad uscirne; in queste condizioni è difficile andare avanti.
Prodi e D'Alema hanno fatto bene a non minimizzare. Non si poteva far finta di niente, in gioco c'è un tema fondamentale come la politica estera del governo. Si votava su una questione che non si limita alle vicende italiane, ma interessa i rapporti dell'Italia con il mondo.
Dopo il voto, in qualità di vicepresidente della Commissione Esteri, sono stato contattato da una televisione canadese e la domanda cruciale è stata: "I vostri soldati resteranno in Afghanistan o vanno via?"
I numeri sono quelli che sono. In più si è manifestato un dissenso interno da parte della sinistra radicale. Ora vedo due strade: o chi si è reso protagonista di questo voto procede a un'assunzione di responsabilità manifestando il proprio dissenso ma votando comunque con la coalizione, oppure si vada alle elezioni. In questo caso servirebbero due o tre mesi per cambiare la legge elettorale, in modo da assicurare la governabilità. Ma vedo difficile un accordo tra i poli.
Vedo invece male soluzioni pasticciate che si allontanano dal mandato degli elettori".